Dinanzi all'Indovino

role masterata

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    Supervisore delle palle di sterpi

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    L'indirizzo del luogo dell'incontro è il n° 27/C di viale Margot Lierre, una villetta in cui è stata da poco allestita una galleria del pittore Philippe Deliome; nell'edificio sono esposti la gran parte dei suoi quadri, l'uomo aveva una predilezione per i concetti astratti ed esoterici che raffigurava con dovizia di forme e dettagli. Il punto d'incontro è il dipinto del Mago degli Astri situato al secondo piano, a destra dopo le scale al termine del corridoio in cui sono esposti i 22 quadri degli arcani maggiori.

    A scanso di equivoci: davanti al dipinto c'è uno scrigno chiuso con un tastierino numerico che può ospitare 8 caratteri divisi in 4 coppie e rassomiglia a quello di una macchina da scrivere, accanto al dipinto vi è un cartello che recita:

    CITAZIONE
    Il mago indovino scruta il mondo cercando delle risposte. Questo è ciò che vede:
    1- A mezzanotte in punto Kaesir scruta il mondo dalla volta celeste attraverso i suoi tre occhi: uno è una sfera di caos, un'altro è un sfera d'ordine e l'ultimo che emana la fioca luce notturna.
    2- Una giovane ragazza vestita di grigio sta falciando il grano, spiccando indifferentemente le piante verdi, quelle secche e quelle ormai già marce.
    3- L'indovino scruta in rassegna tutto il cosmo, i suoi occhi penetranti scrutano ogni singolo acro del visibile e del conosciuto ma nonostante ciò non è in grado di carpirne l'essenza e di individuarne l'origine primigenia.
    4- Lo strumento guarda nella stanza stessa dove l'indovino sta lavorando e il mago osserva se stesso scrutare attraverso lo strumento illuminato dalla fioca luce di una lanterna.

    Decifrando l'enigma e inserendo il numero corretto sarà possibile aprire lo scrigno. Farlo potrebbe essere un utile esercizio ma non è obbligatorio o necessario.
    L'incontro è concordato per iniziare alle 21.45, cerca di farti trovare nel luogo in anticipo e non indirizzarti immediatamente al dipinto dell'incontro, più naturale e casuale sembrerà l'inizio dell'interazione meglio sarà.
    Porta una maschera bianca a tua discrezione.

    Solo SERIM:
    Riconoscerai il contatto perché sarà la persona più importante nella stanza, conosci già il suo nome e quando avrai individuato il contatto dovrai nominare "le ombre della luce", se avrai individuato la persona corretta ti risponderà con una frase menzionando "la vista dei ciechi".

    Solo YENNEFER:
    Sarà il tuo contatto a ingaggiarti, se si tratta della persona corretta menzionerà "le ombre della luce" in una delle sue frasi, rispondi menzionando "la vista dei ciechi" e comunicherai che sei la persona che sta cercando.

    8gCSTGq

    DIRETTIVE
    Per qualsiasi necessità in merito all'enigma o ad altri aspetti del luogo potete contattarmi in privato, per il resto siete liberi di muovervi come preferite.
    Nonostante la role sia masterata io non interverrò a meno che uno dei miei post non sia necessario.
    Buona scrittura ragazzi!
    Questa giocata è una continuazioni di questa.
     
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    Serim-platino-copia

    Osservai Linette sbagliare totalmente l’esecuzione di una finta che le avevo mostrato più e più volte, uno sbaglio che le regalò un pugno dritto sul naso. Chiusi un occhio, sul mio viso un’espressione simpatetica quanto risoluta: da oggi avrei avuto uno studente in meno.
    Andai in mezzo al ring che Linette aveva un ginocchio a terra ed il suo avversario le girava attorno come uno sciamano nel bel mezzo di qualche rituale della pioggia, la sua bocca che pronunciava un torrente di scuse. Tossii forte affinché smettessero di civettare tra loro: lanciai un fazzoletto in viso alla ragazza, il tessuto che aveva fortunatamente coperto quel costante cipiglio di rammarico e preoccupazione. Maledizione, lo sapevo che non avrei dovuto prendere dei cuccioli smarriti sotto la mia ala: non ero poi mai stata in grado di badare veramente agli animali abbandonati.
    «Bionda, sei fuori dal mio team» – coprii la serie di lamentele ed obiezioni che stavano iniziando ad uscire dalle sue labbra alzando il volume della voce. «E tu, te la affido: d’ora in avanti la tua sessione di addestramenti del weekend avverranno insieme a lei, capito?» – Guardai l’orologio sul polso con distrazione: erano ancora le 20, avevo circa trenta minuti per prepararmi prima di avviarmi al punto d’incontro. Ignorai totalmente le risposte dei due giovani, o meglio… le sentii con soddisfazione ma non lo diedi a vedere, proseguendo verso i camerini vip e lasciandomi dietro una scia di “No, Smoke, giuro che questa volta ho capito”, “Un’altra possibilità” ed il più gustoso e sentito “Perchè proprio io”. Aaaaah, ora si che ero in grado di capire come mai i miei insegnanti alla Dimora avessero tutti l’aria di tenere il mondo in mano: fare da mentore era proprio soddisfacente quando gli alunni erano delle frane. Ben pochi davano soddisfazioni ed i miei alunni migliori ormai erano, per l’appunto, migliorati: l’espansione del Circolo e il suo set di addestramenti remunerati erano una manna che cadeva dal cielo.

    Chiusi la porta dietro di me non appena arrivai a destinazione, un sonoro click e un indignato “Hey!” la conferma dell’essermi liberata dai miei stalker.
    Era da quando avevo avuto la conversazione con Arnskar che aspettavo quel giorno. Erano passati 7 tramonti e 7 albe: non avevo mai atteso con tanta trepidazione l’incontro con qualcun altro. Non aiutava la segretezza dell’intera faccenda: mi aveva avvertita solo che c’era “qualcuno in una situazione molto simile alla mia”, cosa di cui dubitai profondamente. Non era possibile che il mondo ospitasse qualcuno impelagato nella mia stessa situazione di dubbio, umore altalenante e apatia passeggera… che tra le altre cose fosse pure di Conartha. Arnskar era convinto che questa persona ed io avremmo potuto collaborare, per quale scopo non era chiaro. Avremmo dovuto passare un test di sorta per entrare nella nuova Pharoreim, quella ancora più segreta della versione precedente? E se così fosse stato, cosa avremmo dovuto fare?

    L’avrei scoperto quella sera, in una villa il cui indirizzo non mi era sconosciuto e in cui sperai non aver mai rubato nulla. L’orario indicato per il rendez-vous era le 21:45 ma era ovvio che non mi sarei privata di un bel tour esplorativo, contando soprattutto che si trattava di un luogo aperto al pubblico. Il consiglio della maschera bianca era secondo me superflua ma, beh, non sarebbe stato ideale andare contro le direttive ancora prima di far parte ufficialmente di un qualcosa.
    Uscii dal Circolo senza il confortante peso delle Dust sulla schiena, munita di soli due kunai, entrambi negli stivali, più un rassicurazione che una necessità se quel che aveva detto Arnskar era da prendere come verità. Indossai l’Artiglio del Drago nella mano sinistra, rivestendone la punta affinché la parte tagliente non incontrasse l’esterno: chiunque mi avesse vista avrebbe notato un accessorio bello ma all’apparenza inutile.
    Stivali alti senza tacco, aderenti pantaloni neri e top crop a maniche lunghe di un colore più candido dei miei capelli tinti platino. Mi concessi solo due orecchini per fingere di avere un po’ di soldi anch’io anche se di certo non li avevo comprati. Raggiunsi il secondo piano della villa che erano già le 21:30.

    Non avevo mai sentito né visto nulla di questo pittore: non era certo il mio stile, essendo un’amante poco generosa nei confronti di esoterismo, fede ed esseri superiori. Perfino gli dei, la metà delle volte, mi venivano a noia, figurarsi un’intera mostra dedicata all’occulto o a quello che “vede il terzo occhio”. Nonostante la mia poca propensione mi ero fermata davanti a gran parte dei quadri, studiando sia la pittura che mi stava davanti (ormai ero fermamente convinta che qualsiasi cosa fosse legata a questo luogo rappresentasse una sorta di sfida da scoprire) che le persone che giravano nel posto. Ero lì dentro da venti minuti ma non mi pareva di aver visto nessuno di particolare: molte poche persone indossavano la maschera bianca e questo includeva me, una coppietta e qualche solitario visitatore. Attaccai bottone con alcuni di loro, cercando di fingermi un’ammiratrice nuova ma appassionata: nessuno pareva avere qualcosa di concreto da dire sul tizio e le critiche da finti conoscitori erano piombate sulla mia testa come un macigno impossibile da togliere. Nemmeno in questo campo mancava la gente che faceva correre la lingua pur non sapendo le cose, eh: buono a sapersi.

    Al secondo piano la situazione non era poi cambiata di molto. I quadri si erano fatti meno astratti e, perciò, ai miei occhi ancora meno interessanti. Sicuramente per qualcosa di questo tipo le persone pagavano generosamente: l’avevo sempre detto che avrei dovuto continuare la mia carriera da falsario… a questo punto avrei potuto navigare nell’oro, per Heith.

    Arrivarono le 21:40. Davanti al dipinto che rappresentava il punto d’incontro non vi era ancora nessuno: notai solamente una figura che si stava avvicinando, fermandosi nei quadri precedenti come per analizzarli. Mi fermai a parlare con la coppia che avevo incontrato prima, esclamando allegramente quando attaccarono bottone nel vedermi sola nella mia ispezione: “Ohhh, è quello di cui mi stavate parlando prima? Mio padre impazzirebbe, se lo vedesse. Oh, si, sarò sicuramente qui anche settimana prossima, ditemi solo quando. Certo che porterò con me anche mio padre: fidatevi, parlare d’arte con lui è proprio una delizia. Si, a dopo! Haha”.
    Ugh.
    Guardai l’orologio. 21:44:10. Che nessuno osasse più dirmi che il tempismo non era tra le mie qualità. Andai verso il Mago degli Astri fermandomi brevemente a guardare i due dipinti che vi erano prima. Quando mi ci parai davanti c’era la stessa figura che avevo visto cinque minuti prima: o era un visitatore estremamente dovizioso oppure doveva essere quel fatidico contatto; se avessi dovuto giudicarlo dagli abiti ero davanti a qualcuno che aveva dei gusti raffinati per il vestire. D’altronde lì dentro forse ero la più anonima.
    Ormai ero entrata in quella villa che avevo parlato con tre persone diverse ed una coppia così da non far sembrare strano ai più un mio ennesimo commento: si, gente, ero una di quelle che si fermava a conversare buttando commenti pseudo sensati su cose che non sapeva, ora potete pure muovervi. Potevo fingere in parte che lo facessi per l’abitudine di entrare sotto copertura ma se fossi stata sincera con me avrei confermato che fosse più un meccanismo per non sentirmi completamente fuori luogo. Fingere era il miglior modo per conoscere.

    Rimasi dieci secondi in attesa, lessi il titolo dell’opera a voce più alta di un sospiro, assaporai la descrizione come se non me ne sarei dimenticata da lì a qualche minuto; diedi allo scrigno lì davanti ad al papiro che lo accompagnava una rapida occhiata: pareva uno uno di quei soprammobili delle nonne che avevano troppi soldi in banca ma poco gusto materiale. Immaginai avesse un senso e che la sua presenza proprio davanti alla tela dove avrei visto il contatto non fosse casuale: per il momento, però, non mi ci soffermai. Mi avvicinai un po’ al dipinto, gli occhi che vi vagarono finché non fermai lo sguardo su un particolare – inesistente – all’angolo sinistro della tela.
    «Uhhhhm, forse il suo quadro meno entusiasmante, si» – Un sussurro; tornai a distanza. – «In tutta la sala è forse il secondo dipinto compiuto in uno stile evanescente, quasi magico, immaginifico, ma...» – Girai la testa di lato solo di poco, il giusto per poter comprendere i lineamenti sommari di chi avevo affianco. «Non ho potuto far meno di notare che anche Lei è riuscita ad intravedere qualcosa che stonava in questa tela, contando la minuzia con cui è rimasta ad osservarla… a me disturba in maniera molto particolare la falsità dell’illuminazione: le ombre della luce paiono fiacche, innaturali, smorte. E’ come se avesse pensato che non possa esserci oscurità nel bel mezzo del bagliore. Non ha colto forse la sintesi dell’essere umano come di quelli divini, direi» – Dedicai un leggero sorriso ad un’interpretazione che con la pittura non aveva molto da spartire. – «Non vorrei però peccare di superbia,. Alla fine io di pittura non ne so nulla, so solo giudicare ciò che reputo bello, o meno» – Aspettai giusto qualche secondo. «Ha alcun senso quello che ho detto, secondo Lei?» – A questo punto mi voltai più apertamente verso la figura che non era scappata da lì nel momento stesso in cui avevo aperto bocca: o era una che al contrario di me desiderava intrattenersi sul nulla con gli sconosciuti o beh, il mio contatto era estremamente in orario e scrutatrice come la sottoscritta.





    “I wonder who the test is for: me or the idea people have of me?”




    Note: Ho immaginato Yennefer vestita bene come nella sua descrizione personale, no details tho. Anche Serim indossa la maschera ma puoi vedere che il colore degli occhi si abbina ai capelli, entrambi di un grigio leggermente più spento rispetto alla maglietta. COLOR CODED, BITCHES.~

    {Corpo: 500; Mente: 70; Spirito: 140; Velocità: 608; Destrezza: 90}


    Status Fisico: Illesa.
    Status Mentale: Rilassata.
    Soul Points: 850/850
    Equipaggiamento: Dust to Dust sulla schiena; Kunai x2; Artiglio del Drago, mano sinistra; Bracciale [recupero 50SP a role]
    Conoscenze Pratiche: Mente Acuita (~Scassinare Serrature; ~Disattivare Congegni I & II; Falsario)
    Conoscenze Teoriche: Specialista Arcano (Conoscenza Mana); Studioso di Razze (Indemoniati, Hyrens, Vampiri); Geografo (Coolkharea)

    Abilità utilizzate: //

    Tecniche Utilizzate://

     
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