Castello di Felsig

Dimora di Vera Schneider

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    La Fortezza di Felsig
    « La residenza di Vera. »

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    Phaldebar; Ducato di Howajae; Innersmeer, Contea di Felsigfer


    Storia del Castello

    A
    differenza della maggior parte dei castelli di epoca pre-bicentenaria Felsig nacque secondariamente rispetto all'omonima cittadina, considerata relativamente al sicuro grazie alla sua posizione isolata e protetta nel cuore del nord-est. Sebbene sia arduo risalire con matematica certezza alla vera e propria data di fondazione, documenti attendibili attestano l'inizio dei lavori di costruzione nel 306 e la fine dei lavori attorno al 319, in piena guerra. Il primo proprietario fu Victoire d'Agrevin, un nobile fuggito da Coolkharea convertitosi al Caos, che finanziò la costruzione con le sue stesse finanze ingraziandosi i cittadini e compiacendo le famiglie nobiliari che lo vedevano di malocchio. Anche per tale motivo la struttura sembra avere dei tratti in comune con quelle presenti a Coolkharea, dato che gran parte della pianta venne realizzata a partire dai bozzetti fatti dallo stesso Victoire, appassionato di architettura e abile disegnatore. Per tutta la guerra bicentenaria non vi furono scontri nella zona e la guarnigione locale venne gradualmente ridotta nel corso dei decenni fino a contare poco più di una cinquantina di uomini attorno al 500. La famiglia d'Agrevin, sebbene dimostratasi affidabile e decisamente interessata alla politica eloniana, purtroppo non sopravvisse alla natura e l'ultimo discendente morì senza eredi nel 616. Da lì in avanti una serie infinita di conti minori si contesero il posto, finendo per indebolire strutturalmente l'economia della regione aggravare l'incuria delle vecchie mura, oramai malandate a causa del tempo. Il lento declino della fortezza continuò sino al 794 quando, preoccupato dalla crescenti tensioni sociali e militari, l'allora conte Leman Von Holsten tentò di ammodernare la fortezza ricostruendone la cinta esterna, divenuta inagibile quasi un secolo prima, e ripristinando le torri, anch'esse pericolati da decenni. Purtroppo il cambio di governo, il colpo di mano di Samael Nox e la povertà della contea non gli permisero di portare a compimento l'opera. Pur procrastinando e andando avanti per quasi cinquant'anni, infatti, alla morte di Von Holsten nell'844 solamente la cinta muraria aveva ricevuto i dovuti rinforzi, mentre tutto il resto giaceva in uno stato spiacevole e degradato.
    A partire dall'845 Vera Caterina Von Schneider Felsigfer è diventata la nuova contessa, ereditando il compito di ridare lustro all'antico forte.

    Castello di Felsig

    I
    l castello di Felsig, talvolta anche chiamato fortezza o bastione, ha una storia tanto lunga quando poco lusinghiera fatta d'incuria e padroni incompetenti. Sito a guardia della città di Felsig - da cui prende il nome - risulta essere una struttura particolarmente robusta, più adatta alla guerra che non a far da reggia alla nobiltà phaldebita. Nonostante la città sia quasi marittima, distando solo qualche minuto a cavallo dalla costa, il fortilizio è stato edificato nella parte più interna, arroccato su un affioramento roccioso che permette di avere una buona visuale su tutto il circondario; nei giorni buoni è persino possibile scorgere la giungla del senno perduto, oltre la stretta lingua di mare che separa i due lembi del territorio. Edificato durante la guerra d'indipendenza eloniana porta con sé il retaggio architettonico di un popolo non ancora del tutto formatosi per stile e peculiarità, con un grosso torrione circolare e tre torri minori a pianta quadrata, tutto collegato da mura dignitosamente alte, seppure senza apparire imponenti. Per la precisione sono alte sei metri nella cerchia esterna, quella che protegge l'accesso terrestre alla magione interna e quattro metri quelle interne, che dividono in due la fortezza. La parte esterna è adibita alle guardie, quella interna alla magione e residenza del conte; in quest'ultima parte vi sono anche grandi giardini, fontane e abbellimenti di sorta, sebbene un occhio esperto possa notare subito come siano aggiunte successive, ricavate abbattendo altri pezzi della cinta muraria originale. La parte esterna, quella che da alloggio alla guarnigione e alle caserme, è invece di aspetto molto più modesto e frugale, con ampi spazi per ospitare i soldati e case singole per ufficiali e capitani di ventura di stanza in loco. Arazzi e panneggi sono all'ordine del giorno e recano tutti il simbolo della neonata casata Schneider Felsigfer: uno scudo crociato con ai lati un lupo ed un grifone rampanti.

    Gli Interni

    G
    ran parte delle sale interne del castello sono ancora in buono stato ma il mobilio e gli arredi risultano fatiscenti e soffrono in maniera vistosa dell'incuria dei padroni precedenti. In particolare l'unica stanza che si è preservata in modo quasi impeccabile è la camera da letto padronale, mentre per tutto il resto oramai restano solo pochi mobili consunti e drappi lordati dalla polvere e dalle tarme. Menzione d'onore va alle cantine - dove sono site le cucine - e alle segrete: entrambi questi luoghi sono stati preservati dal decadimento dalla servitù che, qui vivendo e lavorando, si è sempre premurata di non avere a che fare con mura pregne di umidità e scaffali muffiti. Un grosso progetto di restauro, comunque, è stato lanciato da Vera durante i primi giorni della sua nomina ed è chiaro a tutti che stavolta la contessa manterrà la parola data. L'inizio dei primi lavori è atteso per il Marzo dell'846.
      La Biblioteca: Ricostruita nell'inverno dell'845, la biblioteca del castello occupa una delle più grandi sezioni inferiori della residenza nobiliare. Originariamente costruita per ospitare solo alcuni volumi, su impulso di Vera è stata ampliata e ammodernata grazie ad un flusso di libri provenienti da tutto il mondo, in particolare quelli sullo studio degli arcani. Altre sezioni particolarmente fornite sono quelle dedicate alla guerra, alle armi e alla teologia, con una piccola e timida menzione d'onore per classici della letteratura intramontabili. Molti libri di arte e poesia, invece, sono tenuti e custoditi gelosamente dalla contessa e risultano quasi invisibili ai visitatori, relegati in un piccolo salotto interno alla biblioteca. Gli scaffali e le librerie sono realizzate in legni non particolarmente pregiati - perlopiù abete e larice - ma alcuni intagli e determinati decori appaiono sono stati appositamente lavorati in ebano e castagno per impreziosire la struttura. Tali decori raffigurano scene di guerra, atti cavallereschi o ricalcano semplicemente passi della storia del Valhalla tra cui, addirittura, la grande divisione della triade in tempi remoti. Il pavimento è costituito da assi di legno finemente lucidate mentre il soffitto - a cassettoni - affievolisce l'enorme altezza della sala. Sebbene non ci sia bisogno di usare delle scale per accedere ai ripiani più alti è presente un soppalco, lungo tutto il perimetro della sala, che permette di stipare ancora più tomi alle pareti, arrivando a riempirle fin quasi al soffitto. Sono presenti vari divanetti per la lettura sparsi per tutta la biblioteca e proprio al centro, in corrispondenza di una cupola in vetro facente funzione di lucernario, è sito un gigantesco mappamondo alto quasi tre metri utile per lo studio della geografia. Sovente viene usato anche per analizzare - in quanto vi sono segnate sopra - le zone di maggiore influenza della metasfera sul pianeta. L'illuminazione, eccezion fatta per il sopracitato lucernario, è garantita di giorno da alte e strette finestre, alla notte da un sistema di luminarie alimentate a pirolite che s'innestano dentro le colonne portanti della sala.

    I Giardini del Forte

    D
    egni di nota sono i giardini della fortezza, fatti costruire al posto di un grosso bastione interno nel 469 da Lady Justina Von Dreux, moglie dell'allora conte. Originariamente ricoprivano quasi metà della superficie interna della zona signorile, comprendendo due fontane, un labirinto di siepi, una serra per fiori esotici e una vastissima collezione di piante officinali. Col decadere della fortezza il giardino ha subito un destino avverso venendo invaso prima da piante infestati e, in seguito, seccandosi e morendo. Oggi solamente poche piante restano in vita a memento di quello che, un tempo, era stato il fiore all'occhiello dei conti di Felsig.

    Mano a mano aggiornerò le varie parti quando Vera le restaurerà! Chiunque desidera può recarsi al castello e chiedere di parlare con Vera, oppure visitare la piccola cittadina di Felsig poco distante. In tal caso basta una veloce notifica per avere tutte le info aggiuntive che potrebbero interessarvi!


    Edited by Last Century - 12/7/2020, 19:23
     
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    Corte e Contea
    « Vassalli e cortigiani di Vera. »

    CountCounty
    Phaldebar; Ducato di Howajae; Innersmeer, Contea di Felsigfer


    Domestici e Insegnanti

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    OLIVIA MERROW {Umana; 16; Domestica Personale}
    Sebbene esteriormente possa apparire matura Olivia è poco più che una ragazza giustappunto arrivata in età da marito. D'aspetto semplice, con lunghi capelli mori e grandi occhi chiari, veste sempre i suoi abiti da lavoro - di ottima fattura - viaggiando instancabilmente avanti e indietro per tutto il castello di Felsig onde obbedire alle necessità della propria padrona. Caratterialmente Olivia è una personcina poco ragionevole ed iperprotettiva nei riguardi della sua dama, tanto da essersi guadagnata la giusta nome di "cane da guardia" dagli altri abitanti del forte. Raro è che permetta agli estranei non invitati di avvicinarsi a Vera e, ancor più raro, è che qualcuno di questi venga preso da lei in simpatia. Pur non essendo una persona cattiva, o asociale, Olivia non è propriamente quello che ci si aspetterebbe da una ragazza della sua età; vuoi per la condizione servile in cui è nata, vuoi per semplice necessità, è cresciuta anzitempo con tutti i pro ed i contro che questo ha comportato. Il suo rapporto con Vera è particolarmente positivo e non sono rare le occasioni in cui le due trascorrono del tempo assieme leggendo o giocando a carte e scacchi. Più rare, invece, sono le disquisizione di ordine politico, religioso o filosofico alle quali la giovinetta sembra poco interessata.

    zqMONYe
    MARIE LUISE LUSIENNE {Umana; 26; Negromante e Prima Arcanista}
    Probabilmente tra le personalità più affascinanti dell'intera corte di Felsig, Marie Luise cattura l'attenzione sia col suo aspetto che coi suoi modi di fare. Bella, dall'incarnato pallido, gli occhi chiari e le forme voluttuose e sensuali, gira spesso per il castello agghindata secondo le mode velnooriane, con veli e abiti dai colori sgargianti abbelliti con gioielli e catene d'oro e argento. Sebbene sia originaria di Coolkharea e debba la sua formazione all'Eterae Arcanum, la fascinazione per l'occulto e lo studio della non morte l'hanno ben presto resa persona sgradita agli altri piani dell'Accademia, obbligandola a trovar rifugio da Vera. Consapevole dell'aspetto piacente e forte di una certa malizia, si è sempre fatta strada nella vita a metà tra l'eccellente maestria nelle arti magiche e l'inganno, il secondo dei quali ha promesso di non usare mai più una volta giunta alla corte della Schneider. Di indole estremamente espansiva, nonché insofferente verso le persone meno acculturate e sveglie, Marie Luise si trova a suo agio al cospetto della Schneider che non ha fatto spregevole giudizio dei suoi modi "poco ortodossi" per studiare la non morte. Sebbene i suoi metodi di studio possano apparire amorali, almeno in apparenza, non si è mai spinta troppo oltre e ha sempre cercato, per quanto possibile, di mantenere una certa soglia di sicurezza onde non cadere nel limbo della sua famiglia. I Lusienne, infatti, sono tristemente noti per essersi più volte, nel corso delle generazioni, lasciati prendere la mano con certe sperimentazioni ai danni di Spirae, trasformandosi in Lich o - peggio - non morti senza volontà propria. Sotto l'egida di Vera ha deciso di riprendere i suoi studi offrendo in cambio la sapienza magica sia nel duello che nell'animanzia alla sua mecenate.

    Cavalieri e Gendarmi

    zqMONYe
    IREM ADIM {Estiva; 38; Prima Guardia e Generalessa di Felsigfer}
    Molte cose si possono dire sul generale Irem Adim, a partire dal ruoto importantissimo ricoperto nella contea sino al suo passato, incerto e nebuloso, che tiene ben riservato. D'aspetto non ha niente di particolarmente evidente o strano: alta quasi due metri, muscolosa - forse un pochino meno della media della sua razza - e dalla pelle nocciola scuro fa bella mostra di sé in armatura e in parata quando nel cuore della battaglia. Il viso, segnato da qualche ruga che avanza con i rintocco dei quaranta oramai dietro l'angolo, porta anche le cicatrici d'innumerevoli scontri. Tutto sommato, però, tra i capelli castani fluenti e gli occhi scuri e profondi, non pare quel tipo di donna che - in cambio della prodezza bellica - ha sacrificato in toto il proprio io femminile. Ben curata, sempre attenta a presentarsi in ordine, è il fiore all'occhiello degli armati a disposizione di Vera. Caratterialmente molto difficile da inquadrare ha dato più volte segni d'essere una persona più riflessiva che attiva ma che, al bisogno, non lesina ad usare ogni mezzo per giungere al proprio scopo. Legatasi a Vera inizialmente per dovere, nel corso delle settimane di vicinanza e di studio per la guerra interna alla contea ha potuto apprezzare appieno il senso della morale della sua padrona. Oramai sfiduciata nei riguardi delle istituzioni eloniane - prima con Samael e poi con il Consiglio, ritenuto incapace di risanare il Phaldebar - si è devoluta interamente alla causa di Vera; è arrivata ad ardere vivo il fratellastro di Vera, Jurgen, dopo che quest'ultimo aveva provato a rapire la Schneider. Abile nel comando quando rigida nella disciplina, Irem Adim è forse l'ultimo cavaliere degno di questo nome rimasto a Est di Howajae. Sebbene il suo titolo ufficiale dovrebbe essere quello di "Comandante" Vera le ha attribuito il rango di "Generalissima", volendola premiare per l'impagabile supporto fornito sino a questo momento.


    Vassalli

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    JAMES GODWIN {Umano; 57; Tesoriere e Sindaco di Felsig}
    James Godwin è quanto di più simile ci possa essere al termine di "uomo fattosi da solo" ci possa essere. Nato umile si è fatto strada nella nobiltà locale grazie alla sua estrema dimestichezza in ambito economico e contabile. Pur essendo quasi sessantenne, con barba e capelli bianchi, il fisico e la possanza fisica del soldato che fu gli sono rimasti incollati addosso, tanto che lo si può vedere facilmente tirar di spada di quando in quando, sebbene non più veloce come un tempo. Uomo pacato per natura, d'indole conciliatoria e per niente prono al litigio, ha trovato in Vera l'unica persona disposta a dargli credito al punto tale da cedergli un posto nel proprio consiglio nobiliare. Sovente, infatti, tali posizioni sono ricoperte da altri nobili, baroni o meno, giunti da altre terre a cercar fortuna o diretti sottoposti del conte; per Godwin tuttavia Vera ha voluto fare una eccezione, dimostrando ancora una volta come l'impegno ed il duro lavoro debbano essere ripagati - secondo il dettame di Fehor - al pari della virtuosità bellica. Godwin è un uomo buono, padre di otto figli e nonno del doppio dei pargoli. Lavora assiduamente come sindaco della città di Felsig e come tesoriere per le casse di tutto il contado, occupandosi anche della logistica e delle provvigioni dell'esercito.

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    VALERIA LUCREZIA VON YOUTH DARRYL {Essenza della Terra; 84; Baronessa di Neromonte}
    Valeria, a prima vista, appare più simile ad una statua vivente che non ad una persona reale. Nell'invecchiare, infatti, gran parte della pelle, dei capelli e persino di unghie e ciglia sono andati cristallizzandosi, tanto che alla soglia dei novant'anni è indistinguibile o quasi da un blocco di pietra cesellato ad arte. L'unica cosa che le rimane di realmente vitale è lo sguardo, sempre pronto a saettare a destra e manca con inquisitoria curiosità. Essendo particolarmente anziana ha potuto servire sotto diversi signori e, suo malgrado, diversi Consigli a Debashira, trovandoli tutti egualmente indegni e inefficaci. Pur essendo infatti un'amante della gemmologia e una donna di ben poca azione, ha combattuto a lungo per il suo paese riportando tante vittorie e altrettante sconfitte, maturando una saggezza impareggiabile che ha deciso di donare a Vera. La scelta di schierarsi dalla parte della Schneider, per quanto di comodo sulle prime, si è poi andata solidificando durante il consiglio di guerra, quando Valeria ha potuto constatare di prima mano quando la nuova contessa tenga al rispetto e all'opinione dei propri sottoposti. Persona riflessiva e ben poco propensa all'azione, cerca sempre di trovare una soluzione pacifica, o perlomeno non violentissima, per risolvere gli screzi. Poco ambiziosa, e allo stesso tempo molto devota al Caotico, trova la pace nell'idea che Vera possa portare la contea a rifiorire, riattivando i commerci e rivitalizzando la morente attività mineraria delle sue regioni; Neromonte, infatti, è una zona densamente mineralizzata specialmente ricca di metalli ferrosi e argento.

    zqMONYe
    GUILLAUME JACQUES VON FELSMUTH HELLMAN {Indemoniato; 23; Barone di Capo Innersmeer}
    Il giovane rampollo degli Hellman ha avuto la sfortuna di rispondere al detto "omen nomen". Forse per maledizione di famiglia - di origine coolkharese - è nato con due meravigliose personalità all'interno del suo animo, divenendo motivo di burla per i suoi vicini aristocratici. Ritrovatosi a capo del casato, tuttavia, si è subito fatto notare per ben altre qualità che non fossero il suo evidente disturbo psichico. Di bell'aspetto, dai capelli biondo paglierino e dagli occhi scuri, sa affascinare con le maniera cortesi ed i modi eleganti. Bravissimo cavallerizzo ed esperto schermidore, si è ritrovato a servire Vera più che volentieri, prediligendo la sicurezza garantita dall'Erede alla bolgia tumultuosa dei suoi contendenti riottosi. Focoso nel temperamento e sempre pronto a sguainare la spada richiede un certo grado di pazienza per averci a che fare, ma di contro porta in battaglia una incrollabile e instancabile furia che pare non abbandonarlo mai. Parla sovente al plurale, includendo la parte "nascosta" della sua anima nei discorsi e non preoccupandosi minimamente del giudizio altrui in merito alla sua condizione. Si sa per certo che colui che gli alberga nella testa non sia poi così sgradito ospite, in quanto più volte ha dimostrato di poter fornire utilissimi consigli e di mitigare, in qualche maniera, l'esuberanza del giovanotto per evitargli una triste fine. Il rapporto con Vera è assolutamente cordiale e la pazienza dimostrata dalla Schneider nelle occasioni di contrasto di è rivelata provvidenziale per scongiurare ogni tipo di inutile attrito. Attualmente a lui sono demandati i compiti di controllo e sorveglianza dei confini della contea, nonché la sicurezza sulle rotte commerciali marittime, essendo a capo di una baronia costiera.






    Edited by Last Century - 16/3/2021, 01:14
     
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