Ove Finisce il Destino

[Quest di Salto a Blu Aajhe Farron]

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    Allegra ti sorride, non dice niente, ma le tue parole le sono di profondo conforto. Oramai è poco più che una sagoma sfocata.
     
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    «Credo che Allegra abbia ragione.» la voce è profonda, materna, eppure sembra al tempo stesso giovanile. «Non credo che questo sia il luogo dove finirà il tuo destino, Aajhe.» si guarda attorno un attimo. «Questo è un bel posto per pensare al futuro, sono in pochi ad essere stati qui. È certamente più bello di quello in cui sono costretta a stare di solito, non credi?» ti sorride e ti indica una delle sedie.
      «Posso offrirti una tazza di tè, figlia mia?»

    Allegra intanto non c'è più. Sei sola con la Madre di tutto il Creato.

    Aajhe resta ferma qualche secondo, un po' interdetta, un po' attonita, sorpresa. Guarda la donna, poi distoglie lo sguardo, pensosa.
    Si avvicina svelta ma senza far rumore, come sempre con passo leggero e inudibile. Sposta un poco la sedia e si mette delicatamente giù, schiena un po' curva e incassata nelle spalle, senza rivolgere lo sguardo direttamente alla donna.
    L'ha vista tante volte, eppure in quel momento è diverso. È strano. Non se lo aspettava. È sorpresa. Non è mai venuta di sua sponte a parlarle: è sempre stato il contrario.
    E lei come sempre ha tante, tante cose da chiederle.
    Di colpo le mancano le parole.
    Scosta lo sguardo verso le due tazze, che istintivamente vengono accarezzate dalla brezza. Il fumo si piega qualche istante. Ci vorrà un po' prima che perda il vizio, se mai lo perderà.
    « Che... Che tè hai fatto? » - Balbetta, un po' imbarazzata. Prende tempo per pensare, ma al contempo lascia spazio al momento.
    Le ricorda un altro tavolino di ferro, con due coppe di gelato in una giornata di tarda estate. Sa quanto sia bello godersi quel poco tempo possibile.
     
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    «Camellia sinensis.» ti risponde, sempre sorridendoti. «Ci vuoi dello zucchero?»
    Poi ti guarda soffermandosi. «È peculiare aver chiesto che tè ho preparato come prima domanda. Mi sarei aspettata qualcosa di più... diretto.» si accomoda al tavolo, lentamente. «Credi di conoscere qualcuno finché non ti sorprende, immagino. Bevi finché è caldo, non farlo freddare, su su.»
     
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    « Sì, grazie. Un pochino. » - Risponde quando le chiede dello zucchero.
    Mescola piano la bevanda col cucchiaino, poi avvicina la tazza al viso, annusa occhi chiusi qualche istante; è té verde. Si prende qualche manciata di secondi per sorseggiare la bevanda calda, sentire il rumore dolce del mare in sottofondo, lasciare che le viscere si riscaldino al dolce tepore del té. Far finta per un istante che tutto sia tremendamente ordinario.
    « Sono stata sempre diretta in passato, dopotutto.. Ma non è mai stato così. Questo è... diverso. » - Mormora, lasciandosi incantare per un po' dal colore intenso del té. - « Io sono diversa. »
    Dà un altro piccolo sorso.
    « E non do più per scontate queste cose, per piccole che siano. » - Mette giù la tazza.
    Finora ha sempre guardato in basso o altrove.
    « Ti ho messo in dubbio molte volte, non ho capito molte cose e mi ci sono scontrata di testa... E ne ho anche pagato le conseguenze mio malgrado. » - Sospira, tamburella sul tavolino con le dita. - « Ci sono tante domande che ti farei e poi mi rispondo che sarebbero sciocche... Non è così facile... » - Ride fra sé.
    C'è un'altra piccola pausa. E' pensosa, rimugina.
    « Pensi mai... » - Al che, finalmente, seppur con la coda dell'occhio, la guarda. - « ...alla fine delle cose? »



    [Sì, ho editato il post. Non ero del tutto soddisfatta della domanda precedente. Troppo vaga e qualunquista.]


    Edited by senzanome. - 14/5/2021, 04:03
     
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    Ti guarda sorridendo alla tua riflessione. Non sapresti dire cosa stoa pensando, nonostante tutto, eppure pare quasi compiacersi di quel ragionamento che le hai posto dinnanzi. Quando arrivi a fare la domanda, però, la vedi diventar pensosa e si perde in un lungo istante riflessivo mentre sorseggia il suo tè. Impiega qualche secondo ma, alla fine, ti guarda di nuovo e, poggiata la tazzina, risponde. «Certo che penso alla fine delle cose, figlia mia. Io vedo l'inizio e la fine di molto, di quasi tutto. Ci sono tante cose che finiscono sotto i miei occhi, molte delle quali le ho persino create io stessa. Vedo la fine dei miei figli, vedo la fine delle storie... penso spesso alla fine.»
    Poi ti guarda meglio, sorride materna. «Ma quello che tu intendevi, è se penso alla fine di tutto nevvero?» fa un sorrisino divertito. «Ebbene sì, ci penso a volte. E credo ci pensino anche i miei figli primogeniti, e tutti gli altri che da me discendono. Pensare alla fine è normale. Tutto deve avere una fine per rendere significativo quello che sta in mezzo, anche un Dio.» fa una breve pausa. «Anche io.»
     
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    « Sì... Intendevo proprio quello... » - Mormorò alla sua domanda retorica, mentre lei rideva. Voltò lo sguardo, perdendosi intanto nel guardare il mare, così lontano eppure a un tiro di schioppo, come non fosse lì, come se quelle onde cullassero la sua coscienza, mentre ascoltava le parole della grande Madre senza guardarla in viso.
    « E' così strano... Sentirtelo dire. » - Intrecciò le dita in grembo, la testa infossata fra le spalle e i capelli folti e crespi e lo sguardo vacuo e perso, quasi di nuovo non vedesse nulla. O vedesse altro. - « Abbiamo creduto sempre che le cose sarebbero state così... Infinite. L'infinito è il tuo dominio. Il creato è così vasto e immenso che non può finire. Eppure deve, perché fra l'infinito delle cose c'è anche la fine delle cose... Esistere sembra paradossale. »
    Sospirò fra sé.
    « E quando finirai... cosa penserai? Che va bene così? Non avrai rimpianti? Se potrai pensare, alla fine... » - Mormorò. - « Muoiono gli dei? E dove vanno quando lo fanno? E dove va chi ha creato la valle dove tutti gli altri dei riposano per sempre... »
    Rimase in silenzio qualche secondo.
    « Quante volte ti ho fatto queste domande? »
     
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    La Madre ti guarda per un lungo istante quando le poni l'ultima serie di quesiti, passando gli occhi sul tè, poi di nuovo su di te ed infine guardando lontano, dove la nave di Vera è scomparsa all'orizzonte. «Perché ti poni tanti quesiti, figlia mia?» non è un rimbrotto, né altro di negativo, solo una domanda pura e semplice. «La morte è un concetto diverso per noi e per voi. Lo chiamerei uno stato "diverso" della vita, nel nostro caso. Ma in fondo chi lo sa cosa potrebbe succedere? Io ho solo dato origine a tutto, non ho scritto il prosieguo né il finale.» sorride, appena. «Ci sono luoghi creati dalla mia immaginazione che non ho mai esplorato, in questo universo. Stelle e luoghi che rifuggono persino la mia comprensione.» ti guarda. «"E come puoi aver creato qualcosa di cui non sei consapevole?" potresti chiederti, ebbene... tale è è la sorte di ciò che è creato ma non governato. Immaginami come colei che ha spinto per prima un piccolo sassolino giù per la montagna; io so cosa ho creato, ma non come questo s'ingrandirà, si svilupperà e - alla fine - concluderà.» beve un altro sorso di tisana, lentamente, con una flemma invidiabile.

    «Sapere tutto, Aajhe, toglierebbe valore ad ogni cosa. Per questo ho scelto di creare un destino di cui nemmeno io potessi sapere gli esiti. E per quante volte tu mi possa fare queste domande non avrò mai la medesima e certa risposta da darti. Io mi limito ad attendere qui, alla fine del tempo, che tutto il resto mi raggiunga. Quando le mie creazioni avranno finalmente adempiuto al loro scopo, libero ed indipendente come l'ho creato, si riuniranno a me ed assieme andremo oltre.» si volta di nuovo a guardare verso il mare.
    «In un luogo che non conosco nemmeno io, per ripartire da capo. O forse per restare immutati in un pomeriggio di eterna mezza estate, chi può saperlo?» poggia la tazza, delicatamente. «Ma soprattutto, chi mai vorrebbe saperlo? Il Valhalla ha bisogno di seguire il suo percorso indipendentemente dalla mia volontà, le persone, i miei stessi figli, seguiranno ciò che il loro cuore desidera e quel che sarà, sarà. E quanto tornerai a casa dovresti seguire anche tu il tuo cuore. Dopotutto non c'è certezza che quella che stiamo avendo sia la realtà.» fa un risolino divertito, amichevole. «Forse è solo uno degli infiniti universi che il mio piccolo usignolo ti ha invitata a vivere. Forse è un sogno. Ma questo rende le mie parole meno importanti, o la mia storia meno reale?»
     
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141 replies since 30/9/2020, 19:11   1643 views
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